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Il miracolo economico  

            Gli effetti delle opere pubbliche e infrastrutturali legate all’attuazione del Piano Marshall e del primo programma della Cassa per il Mezzogiorno, nel contesto della liberalizzazione degli scambi, furono dirompenti e portarono, verso la fine degli anni Cinquanta, tutte le regioni italiane a livelli di reddito e di consumi mai conosciuti. In Sicilia, nonostante lo Statuto autonomistico e la presenza di una classe politica ambiziosa di imporre un suo punto di vista regionalistico, prevalsero le stesse dinamiche e logiche politiche ed economiche nazionali e internazionali, anche se il quadro politico fu a volte differente da quello nazionale, collocando l'isola persino all'avanguardia nella sperimentazione di nuove formule di governo.

            Negli anni del cosiddetto miracolo economico la Sicilia e il Mezzogiorno parteciparono pienamente all’esplosione dei consumi di massa (principalmente automobili, elettrodomestici, televisioni) che segnarono non solo l’uscita dalla povertà, ma un vero e proprio salto nella qualità e nei modi di vita, con conseguenze sull’organizzazione della vita sociale, familiare e sui modelli culturali dominanti. Se le regioni più arretrate e meno industrializzate poterono raggiungere un tale traguardo, ciò non fu solo grazie l’uso degli aiuti americani e dei prestiti in dollari della Banca mondiale che consentirono di attuare vasti piani di spesa pubblica in condizioni di stabilità monetaria. Anche la riforma agraria e l’intervento straordinario, con l’eliminazione del latifondo improduttivo e con la realizzazione di importanti opere pubbliche, ebbero infatti come conseguenza un’intensa modernizzazione dell’agricoltura e delle infrastrutture. Ma probabilmente l’accelerazione più forte al miglioramento delle condizioni di vita venne da una vera e propria fuga dalle campagne verso le città che si verificò dalla seconda metà degli anni Cinquanta, in considerazione del fatto che i poderi e le quote assegnati con la riforma agraria ai contadini erano troppo piccoli per resistere sul mercato. Fortissimo fu il richiamo delle grandi città del Nord-Italia e del Centro-Europa, dove la possibilità del lavoro nella fabbrica moderna implicava la possibilità di uscire dall’isolamento rurale e godere della socialità e dei servizi delle grandi città. Nonostante i disagi e le difficoltà del primo inserimento di molti emigrati e nonostante la persistenza di gravi fenomeni di povertà e disagio economico e sociale, i nuovi consumi di massa furono presto alla portata di quasi tutte le famiglie italiane.  

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  Sommario
   
  Gli aiuti Americani
  Le politiche meridionaliste e la Cassa per il Mezzogiorno
  La strategia della straordinarietà
  Il miracolo economico
  Sviluppo agricolo e infrastrutture
  L’industria chimica e petrolchimica
  Le imprese a partecipazione statale e le attività di salvataggio
  La cattiva politica e la cattiva economia
  Le nuove frontiere dell’Europa 
   
   
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