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   Definizione e parole chiave
 

 


Una definizione
La prospettiva relazionale
Elementi costitutivi: capitale sociale e fiducia
Il problema dell'efficienza
Centralità, densità, molteplicità
Da business community a sistema imprenditoriale
 
 
 


Una definizione
La business community (o comunità d'affari) è costituita dall'insieme delle ditte e degli uomini disposti a partecipare e a investire in varia misura nelle imprese sorte in una determinata area territoriale.

 

  

La prospettiva relazionale
Le ricerche sulla business community si concentrano su profilo e comportamento di imprese e imprenditori, con specifica attenzione alle loro relazioni.
La sociologia ha sottolineato come l'azione economica sia radicata (embedded) nella dimensione sociale, correggendo teorie tese a ricercarne le cause nella dimensione puramente economica.
Alcuni economisti noti come neo-istituzionalisti, (da Ronald Coase, negli anni Trenta, fino a Oliver E. Williamson, negli anni Settanta del Novecento) hanno sottolineato come gli scambi che avvengono sul mercato tra attori individuali comportino i cosiddetti costi di transazione, tra cui
- il costo di assumere informazioni sull'affidabilità della controparte,
- il costo di negoziare le norme e le regole della transazione,
- il costo di astenersi da comportamenti opportunistici in vista di ritorni futuri.
Allo scopo di ridurre questi costi, i soggetti economici tenderebbero a coordinarsi in strutture gerarchiche (le imprese).
L'economia sarebbe dunque caratterizzata da
- mercato, in cui i soggetti sono collegati da negoziazioni individuali e l'azione è decentrata e non gerarchica;
- gerarchie, caratteristiche delle relazioni interne alle imprese.
Per alcuni sociologi (in particolare Mark Granovetter) esiste tuttavia un terzo elemento tra mercato e gerarchie: il gruppo economico, e cioè un insieme di imprese collegate in modo formale e/o informale da "legami di grado intermedio", cioè da nessi non fragili come le alleanze a breve termine ma neppure strutturati come nel caso di imprese legalmente consolidate in un'unica entità.
I gruppi economici sono in sostanza reti di relazione (networks) tra imprese che non hanno solo radici finanziarie comuni, ma i cui componenti sono legati da "fattori di solidarietà", ossia da elementi che possono attenere ai campi più diversi: i vincoli informali di amicizia, la comune appartenenza religiosa, politica o nazionale, la parentela, la condizione condivisa di membri di associazioni dalle finalità economiche (associazioni imprenditoriali) e non solo (Clubs, società ricreative…).

Elementi costitutivi: capitale sociale e fiducia
La business community può essere strutturata in numerosi gruppi economici organizzati secondo criteri diversi, e ognuna delle reti di relazione così individuate costituisce un esempio chiaro di capitale sociale. Per capitale sociale si intende - secondo la definizione di Philippe Steiner - "una rete stabile più o meno istituzionalizzata di relazioni reciproche e conoscenze tra individui che costituisce una risorsa, attuale o potenziale, che gli individui possono mobilitare per raggiungere i loro obiettivi". Si distingue dal capitale umano, direttamente collegato alla persona, perché è intangibile, immateriale, a carattere relazionale (si parla anche di "capitale reticolare"), ed è una risorsa debolmente influenzata dall'intervento diretto dei singoli attori. Il capitale sociale, inoltre, costituisce spesso "un allungamento del processo produttivo", cioè permette di ottenere risultati difficilmente raggiungibili senza il suo contributo, e garantisce una maggiore efficienza economica poiché favorisce il diffondersi nei networks della fiducia, elemento decisivo nel ridurre i costi di transazione.

 

Il problema dell'efficienza
Tuttavia la rivalutazione del radicamento dell'azione economica nella dimensione sociale ha messo in luce come i comportamenti imprenditoriali non sempre comportino le scelte più efficienti, ma talvolta siano piuttosto spiegabili sulla base di relazioni vischiose, la cui influenza è profonda nel tempo e non sempre produttiva dei migliori risultati.
Due esempi illuminanti sono emersi dalla ricerca sulla business community di Torino tra il 1883 e il 1907:
- i banchieri privati subalpini a fine secolo riescono, attraverso un sistema di fitte relazioni reciproche, a difendere il proprio controllo sul mercato creditizio locale, rimandando nel tempo l'intervento di quelle banche miste che erano già attive a Milano e Genova, dove producevano notevoli effetti propulsivi;
- la FIAT è costretta, per i primi anni di vita, a dipendere dalle forniture dei prestigiosi carrozzieri torinesi, con una conseguente crescita dei costi di produzione, perché questi intrattengono più strette e radicate relazioni con i potenziali clienti delle nuove automobili.
Inoltre le relazioni tra imprese, soprattutto in presenza di particolari scelte politiche, possono evolvere verso forme di collusione e di elusione della concorrenza, con risultati negativi in termini di efficienza generale.
Centralità, densità, molteplicità
Nello studio della business community uno strumento essenziale è costituito dalla network analysis, cioè l'insieme di studi sociologici che si occupano delle reti di relazione.
Decisivi in particolare i tre concetti di
- centralità dell'attore economico (che cresce al crescere del numero dei soggetti cui è connesso il soggetto di riferimento);
· densità della rete (il rapporto tra il numero di legami osservati e il numero di legami possibili);
- molteplicità delle relazioni (la quantità di contenuti diversi - familiare, religioso, di affari e altri - riconducibile ad una relazione).
In una business community esistono personaggi dotati di maggiore o minore centralità; la densità complessiva della rete e la molteplicità dei legami, crescendo, tendono a vincolare i membri attraverso una trama sempre più fitta di reciprocità e obbligazioni ed aumentano la fiducia all'interno dei diversi networks.
Da business community a sistema imprenditoriale
E' importante valutare la tendenza della business community a farsi sistema, a muoversi verso una progressiva integrazione tra le parti, a plasmarsi su interdipendenze settoriali articolate. Una business community fittamente interconnessa può favorire infatti la concessione di finanziamenti all'industria da parte del capitale creditizio, e in generale il trasferimento di capitali da un settore all'altro, costituendo una struttura imprenditoriale dinamica e autopropulsiva, in cui lo sviluppo di una sezione si trasmette alle altre stimolando una crescita complessiva.
Ma un'attenzione particolare deve essere prestata anche agli specifici effetti prodotti di volta in volta dalle diverse reti di relazione all'interno della business community, allo scopo di valutare l'eventuale presenza di quelle vischiosità sociali che possono condizionare negativamente l'efficienza del sistema.
 
 
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