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Le ricerche - Storie di vita

Testimonianza di Armando Brunetti (detto Bruno)
Classe 1934
Imprenditore tessile
Chieri - Fondazione del Tessile - 14 ottobre 2004
"Ho lavorato per più di cinquanta anni nella mia azienda tessile, insieme a due fratelli. L'azienda fu fondata nel 1911 da mio padre che la iscrisse alla Camera di Commercio nel 1920 e la portò avanti fino alla sua morte per poliomielite nel 1936 , allorché io avevo appena due anni.
Ho imparato il mestiere da mia madre. Mia sorella ha sposato G. Gunetti, che ha un'azienda tessile in proprio.
La nostra azienda, Brunetti Giuseppe s.n.c., opera nella produzione di articoli tecnici speciali con impiego di filati di cotone, di fiocco artificiale, di juta, di tessuti gommati, plastificati; realizzava anche le operazioni di tintoria e finissaggio.
Negli anni settanta abbiamo aperto una filatura cotoniera nei pressi di Tortona, che abbiamo tenuto per una ventina d'anni.

Nel dopoguerra c'era lavoro per tutti, non esisteva concorrenza, si poteva aprire e chiudere senza difficoltà; oggi al contrario si sopravvive solo se si hanno prodotti di nicchia, con un'alta tecnologia, e con dimensioni di piccola impresa: questa è la salvezza delle aziende tessili chieresi.
Per mettere su una ditta bastavano pochi telai, e poi c'erano i terzisti su cui ci si poteva appoggiare quando c'era più lavoro; ai terzisti si chiedeva un rapporto esclusivo di lavoro con l'impresa committente, per evitare che altri copiassero i propri disegni; e a noi è capitato di vedersi copiare un nostro modello. Negli anni cinquanta c'era una grande domanda di tessuti, anche i contadini lasciavano animali e terre per comprare qualche telaio e improvvisarsi imprenditori; funzionavano ancora i telai a mano.

I terzisti per tutelarsi si riunirono in una associazione coordinata da un commercialista che seguiva la contabilità delle loro aziende; la Finanza li teneva d'occhio, in base ai Kw di energia elettrica consumata calcolava le ore di lavoro e quindi i tessuti lavorati. Ma negli anni settanta questo sistema è andato in crisi, i telai meccanici costavano troppo, la concorrenza era alta, occorrevano grandi capitali per gli investimenti.
Una volta le banche erano a portata d'uomo, parlavi con il direttore se avevi bisogno di soldi, lui ti conosceva e a parole ti dava il finanziamento per il tuo progetto, non richiedeva garanzie, valeva il rapporto di fiducia, l'iniziativa dell'individuo veniva premiata. Il prestito di soldi tra parenti era poco diffuso.
Nel dopoguerra si è verificata una crescita graduale ma continua, la concorrenza non ti ostacolava, non c'era neanche bisogno di pubblicità. Si guadagnava anche con altre operazioni, compravendita di terreni, di filati: si facevano in questo modo maggiori utili. Tra le imprese tessili non c'era scambio di informazioni, si temeva che ti copiassero i modelli dei tessuti, che ti strappassero gli operai tecnici più validi, insomma vigeva la diffidenza reciproca tra gli imprenditori. Quando un prodotto nuovo tirava, gli altri lo imitavano. A Chieri mancava la ricerca, lo studio.
A Chieri alcuni industriali erano associati nella Lega Industriale Tessile (LIT), una emanazione della Associazione dei Cotonieri dell'Unione Industriale di Torino; aveva una sede, organizzava consulenze, qualche incontro, delle cene. Intorno al 1970 ho contribuito a portare a Chieri l'Union Tessile, aderente alla API (Associazione delle Piccole Imprese).

Come imprenditori tessili abbiamo conservato per lungo tempo una tradizione antica: alla processione del Corpus Domini reggevamo le aste del baldacchino sotto cui il sacerdote portava il Santissimo; poi anche questa tradizione si è persa.
Alcuni imprenditori hanno anche svolto attività politica ed amministrativa in Comune, tenevano contatti con alcuni onorevoli della Democrazia Cristiana e del Partito Liberale; alcune ditte nel dopoguerra hanno beneficiato di aiuti del Piano Marshall.
Da alcuni anni ho lasciato l'attività da imprenditore e mi sono dedicato alla conservazione della memoria del tessile chierese ed alla promozione del settore: e così sono nati il Museo del Tessile e la Fondazione del Tessile"

 

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