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Le ricerche - Storie di vita

Testimonianza di Ottavio Martano
Classe 1923
Imprenditore tessile
Chieri - Istituto B. Vittone - 22 marzo 2005
"Mio padre Gaetano fu il primo della famiglia ad occuparsi di tessitura. Era il 1921 e a Chieri i piccoli imprenditori si procuravano il subbio di ordito e le rocche per fare la trama per darli poi ai terzisti, chiamati anche façonneurs, i quali tessevano in casa utilizzando telai a mano.
Anche mio padre ed i suoi due soci, dopo aver acquistato il filato di cotone, lo inviavano ai terzisti i quali realizzavano dei copriletti con telai di tipo jacquard. La consegna dei prodotti finiti veniva fatta dai carrettieri la cui paga era contrattata in litri di vino che sovente veniva bevuto durante il trasporto dei manufatti.
In quegli anni Chieri era una piccola cittadina, tutti si conoscevano ed il lavoro seguiva dei ritmi consuetudinari. Si iniziava alle otto del mattino e si andava avanti fino a mezzogiorno quando il suono di una sirena segnava il momento della pausa per il pranzo; a questo suono gli operai cessavano di lavorare e si radunavano tutti in una piazza prima di andare a mangiare. Nel pomeriggio si riprendeva il lavoro alle due per proseguire sino alle sette di sera.
L'attività tessile non era di tipo industriale ma prevaleva il lavoro artigianale che subì un forte contraccolpo con la grande crisi del '29. Il 70% delle aziende fu costretto a chiudere. Ricordo ad esempio la ditta Fasano & Ferrero e la ditta Vastapane che cessarono l'attività in quel periodo. La ditta Gallina, una delle maggiori in termini di produzione e addetti, riuscì invece a superare la difficile situazione congiunturale
Anche la società di mio padre fu coinvolta da questo tracollo poiché buona parte della produzione era destinata all'esportazione. Soltanto alle Canarie subì una perdita di 250.000 lire
Nel 1930 la produzione di copriletti cessò e la società venne sciolta. A mio padre, che in quel momento non aveva le possibilità economiche per avviare una nuova tessitura, venne in aiuto mio zio Ferdinando che con le sue 30.000 lire consentì la costituzione "F. & G. Martano" (Ferdinando e Gaetano Martano) che si specializzò nella produzione di tessuti per automobili, diventando fornitore della FIAT e di altri carrozzieri che erano soliti rinnovare più volte questi tessuti poiché le auto si usavano parecchi anni.
Nel 1941 mio zio decise di uscire dalla società, per cui mio padre restò l'unico proprietario. Negli anni successivi grazie alle consistenti commesse della FIAT l'azienda crebbe e arrivò a contare 16 telai e 20 addetti. Ma, poco tempo dopo,. la grande casa di automobili decise di non servirsi più da noi. Alla base di questa scelta c'era la decisione del direttore generale che, essendo originario di Biella, aveva preferito rivolgersi alle aziende della sua zona. La crisi che ne seguì fu aggravata dalla morte di mio padre, avvenuta nel '58.
Noi figli fummo costretti a pagare un'ingente somma di denaro per le imposte di successione e questo prosciugò le nostre casse.
Anche la nostra produzione subì dei cambiamenti e si indirizzò alla realizzazione del tessuto in gabardine per impermeabili, ma incontrammo non poche difficoltà poiché questo tipo di prodotto era commercializzato in concorrenza anche da diverse altre aziende chieresi.
Alla fine della guerra con altri tre nuovi soci, tra cui Giulio Rocco, ci avventurammo nella commercializzazione dei tessuti stampati per abiti da donna, che erano molto richiesti in quel momento dal mercato.
Con un camion alimentato a carbonella partimmo da Chieri il 15 maggio '45 per raggiungere la Toscana. Dopo due giorni arrivammo a Lucca. Questo viaggio si dimostrò un notevole successo: i tessuti che avevamo comprato a 170 lire al metro furono rivenduti a 250 lire con un guadagno non indifferente che ci permise di acquistare una decina di telai. Questo creò le premesse per la nascita della COTONTEX.
Negli anni settanta la "F. & G. Martano" cessò la propria attività ed io iniziai a lavorare come responsabile commerciale presso un maglificio di Piobesi. Questa mia occupazione, che mi permise anche di fare la conoscenza dei fratelli Benetton, con il passare degli anni si dimostrò eccessivamente faticosa a causa dei continui spostamenti ai quali ero costretto; così, nel 1978, decisi di lasciare questo lavoro per potermi occupare esclusivamente del settore abbigliamento della Cotontex che in quel periodo serviva numerosi clienti negli Stati Uniti.
Dopo altri dieci anni di attività, per mancanza di eredi disponibili a continuare questo tipo di lavoro, la Cotontex fu rilevata dalla società Valbrembana che, nel frattempo, aveva acquistato il Cotonificio Ronco.
Sovente la mancanza di continuità generazionale è stata la causa della chiusura o della cessione di numerose aziende tessili. Alcuni imprenditori, per mancanza di eredi o perché i figli si orientavano verso altre attività, si sono affidati a manager gestionali; non sempre i risultati sono stati all'altezza delle aspettative: sovente costoro hanno trascurato i programmi per il futuro, dedicandosi prevalentemente alla gestione ordinaria. Ciò ha compromesso la possibilità di sopravvivenza delle aziende stesse.
Il mio impegno politico è iniziato nel '52 quando sono diventato Consigliere comunale nelle file della DC e vi sono rimasto fino al 1970. Dal 1990 al 1995 sono stato eletto nella lista civica di centro sinistra Insieme per Chieri; in questo periodo sono stato prima assessore all'istruzione e poi assessore all'urbanistica.
Mi sono stati più volte offerti titoli di Cavaliere della Repubblica e di Commendatore ma ho sempre preferito non accettarli.
Nel contesto del ruolo significativo assunto dall'istruzione professionale, merita un cenno particolare la Scuola Piemonte, nata in via Santa Clara nel 1948 e chiusa nel 1953/54. Era una scuola serale gestita da volontari e diretta dagli ingegneri Masera e Torta che formava tutti gli operai che intendevano "elevarsi" un po' consentendo loro di conseguire la qualifica di meccanici e tecnici tessili.
I corsi duravano due anni, si svolgevano nei locali del Comune, contavano una ventina di allievi, giovani che già lavoravano..
A partire dagli anni '90 vennero, invece, organizzati dall'Enaip in collaborazione con la LIT, corsi femminili per orditrici e passa-licci. Queste abilità, che prima si tramandavano di madre in figlia, in quel periodo iniziarono scarseggiare e si avvertì la necessità di sopperire in qualche modo a questa esigenza. I nuovi corsi si tenevano presso la sede della LIT; solitamente vi potevano partecipare una trentina di persone al semestre. Questo tipo di formazione è stato attivato per due o tre anni.
Come molti già prima di me vi avranno raccontato, la LIT aveva come scopo principale quello di risolvere i problemi delle aziende con i lavoratori. In realtà, questa associazione non riuscì ad affrontare tutte le tematiche del settore, causa la scarsa collaborazione tra le imprese e la modesta apertura culturale di alcuni imprenditori.

 

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