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Le ricerche - Storie di vita

Ennio Quagliotti
Imprenditore tessile
Chieri - strada Cambiano, 58 - 2 dicembre 2004

"La famiglia Quagliotti opera nella tessitura da oltre settant'anni.
Mio padre Giuseppe, classe 1903 commesso presso la ditta Ronco, nel 1933 rilevò con altri due soci la tessitura Davico che contava all'incirca 25 dipendenti e si trovava allora in via delle Rosine 18. I tre soci si dividevano le mansioni: mio padre si occupava del commerciale, il signor Michele Maina organizzava la produzione mentre il signor Francesetti seguiva l'amministrazione.
Successivamente aprirono una nuova sede in strada Andezeno e diedero una nuova denominazione alla Ditta ovvero MITA, Manifatture Italiane Tessuti Arredamento.



Intanto mio fratello Giovanni ed io, che avevo conseguito il diploma da ragioniere al Sommeiller come privatista nel 1946, eravamo stati inseriti nella Ditta; nel 1955 nostro padre decise di uscire dalla Ditta precedente, in accordo con gli altri due soci che fondarono la TEAR. S.p.A.. Si costituì così la Quagliotti Vincenzo e figli S.n.c.: l'inizio non fu di certo facile perché si doveva far fronte all'autonomia dopo aver diviso macchinari e maestranze (una trentina di dipendenti); per evitare la concorrenza tra le due ditte furono diversificate le produzioni ed il mercato: la nostra ditta privilegiò copriletti e tessuti da arredamento per il mercato interno.
Negli anni successivi non sono mancate le difficoltà finanziarie, anche perché le banche chieresi si sono mostrate diffidenti nel concedere fidi, forse perché condizionate da un comitato di probiviri che suggeriva le attività da finanziare.
Mio padre rimase molto avvilito quando gli furono negati i fidi, credeva di essersi fatto un nome; fummo aiutati dalla COMIT di Torino che consegnò a nostro padre un libretto di assegni confidando anche sul magazzino della nostra ditta.

Dopo la scomparsa di nostro padre, mio fratello ed io ci siamo divisi le funzioni dell'azienda (io ho seguito l'amministrazione e il commerciale), insieme abbiamo puntato molto sulla qualità dei tessuti per l'arredamento, ci siamo preoccupati di mantenere un clima di collaborazione con le maestranze.
La nostra Ditta aderiva alla LIT, anzi io ne sono stato presidente per alcuni anni; la LIT era un momento d'incontro formale, per consulenze; organizzava la festa annuale degli imprenditori tessili con la Messa presso la Chiesa di San Filippo ed il pranzo ai Tre Re a cui venivano invitati i direttori delle Banche, i rappresentanti commerciali e gli amministratori comunali. Si è anche tentato di costituire qualche iniziativa commerciale comune ma senza convinzione; in realtà non c'erano momenti di incontro, non si discuteva di strategie commerciali né di produzioni; di fatto prevalevano atteggiamenti di diffidenza e di concorrenza, vigeva una falsa armonia, per dirla chiara as fasio la forca un con l'aotr. Ma le cose non andavano male.

All'attività d'imprenditore ho sovente aggiunto impegni civili: dal 1964 al 1969 sono stato assessore alle finanze e vice sindaco nel Comune di Chieri, mi sono presentato come indipendente nella lista della Democrazia Cristiana all'epoca del Sindaco Caselle; ho collaborato con l'Università della Terza Età di cui sono Presidente per la sezione di Chieri.
Volete conoscere se i rapporti interfamigliari hanno influito nelle relazioni economiche; sì, nella costruzione della rete delle famiglie ma ogni impresa poi faceva per conto proprio.
Mio nonno paterno, Eugenio, faceva il carrettiere, mio nonno materno lavorava al telaio a mano ed era un Saroglia; un fratello di mia madre ha sposato una Caselli, altra famiglia di tessitori. Anche mia moglie, Marilde Valsania, proviene da una famiglia di tessitori, mio suocero è contitolare con altri soci (Durando, Mosso, Manolino) della VANDUM che ha sede in via delle Rosine dove vi era l'originaria ditta di Quagliotti e soci, successori di DAVICO.
Mio figlio Vincenzo, che porta il nome del fondatore, continua l'attività nell'azienda di famiglia ed ha sposato una Vastapane. Mia nipote Silvia, figlia di mio fratello, si occupa di commercio con l'estero ed ha sposato un rappresentante di cotoni egiziani.
Nella nostra famiglia solo nostro padre Vincenzo ha ricevuto l'onorificenza di Cavaliere.
Ancora sui terzisti; certo in passato anche noi ci siamo avvalsi dei terzisti, per una ventina d'anni a partire dalla costituzione della Ditta nel 1955; alcuni di loro ( Melchiore, Bosa) erano di origini venete; si compravano dei telai e si mettevano a lavorare in proprio."

 

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